giovedì 31 dicembre 2009


L'ultimo giorno dell'anno ha la qualità cedevole e saggia dell'ultima pagina di un quaderno, appoggiata su un cumulo di carta già scritta e ormai passata. Guardare indietro non serve, i brutti voti non cambieranno. Si può solo scrivere le ultime righe, e la penna scivola via comoda sui fogli ammorbiditi dal lavoro quotidiano.
In questa terra che gli dei devono aver benedetto prima di andarsene, oggi il sole splende e riscalda. Verranno giorni freddi e cupi, ma questa sembra una mattina di primavera.
La gente che incontro sorride, si scambia auguri e me ne regala qualcuno, non sapendo quanto io ne abbia bisogno, quanto due parole di un estraneo bastino a sciogliere il ghiaccio, almeno un pochino.
Contro l'evidenza, la stanchezza, la paura, oggi riesco quasi a sperare.